José Couso

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

José Couso Permuy (Ferrol, 5 ottobre 1965Baghdad, 8 aprile 2003) è stato un giornalista spagnolo, morto durante l'invasione dell'Iraq del 2003 a causa dell'attacco dell'esercito statunitense contro l'Hotel Palestine della capitale irachena, nel quale si trovava con altri membri della stampa internazionale[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

José Couso è nato nel 1965 a Ferrol, da una famiglia di tradizioni militari.

Ha conseguito la laurea in Scienze dell'Informazione e Scienze dell'Immagine all'Università Complutense di Madrid.

Nella sua carriera ha lavorato per diverse emittenti e agenzie, come EFE o Canale Plus. Per otto anni ha lavorato come cameraman per il canale televisivo Telecinco occupandosi di notizie come il rapimento del suo collega Jon Sistiaga in Macedonia, i bombardamenti di Baghdad del 1998 e la guerra del Kosovo del 1999.

Inoltre ha curato diversi reportage. Tra questi, i più famosi riguardano le ricerche in Antartide della nave oceanografica Hespérides nel 2001, le grotte di Lascaux in Francia, l'incidente dell'isola Perejil nel 2002 e lo sversamento della petroliera Prestige.[2]

Couso si era trasferito in Iraq poco prima dell'inizio della guerra del 2003, insieme ad altri colleghi del notiziario Telecinco, i quali, pochi giorni prima dell'inizio dei bombardamenti, avevano fatto ritorno in Spagna. Erano rimasti a Baghdad solo Jon Sistiaga come giornalista e José Couso come cameraman.

L'8 aprile 2003 José Couso si trovava presso l'Hotel Palestine di Baghdad, dove erano ospitati numerosi giornalisti stranieri. In quel momento una compagnia della 3ª Divisione di fanteria dell'Esercito statunitense stava combattendo dall'altro lato del fiume Tigri, che era sotto attacco di mortai e lanciarazzi.

Secondo l'inchiesta realizzata successivamente per il Comando Centrale dei Stati Uniti (CENTCOM), il fuoco nemico sarebbe stato guidato da un osservatore che si trovava accanto al Tigri, sulla stessa riva dell'Hotel Palestine.

Dopo la ricognizione del presunto osservatore, un carro armato M1 Abrams ha fatto fuoco con il suo cannone di 120mm contro l'hotel.[3] Il proiettile del carro armato è esploso al quindicesimo piano dove era alloggiato il team dell'agenzia Reuters, colpendo a morte il giornalista ucraino Tare Protsyuk.

José Couso stava filmando al piano inferiore: fu ferito gravemente e trasportato all'Ospedale Santo Rafael di Baghdad, dove morì nel corso di un intervento chirurgico.[4] Aveva una moglie e due figli.

Reazioni dopo la morte di Couso[modifica | modifica wikitesto]

Il Pentagono ha riconosciuto la responsabilità dell'attacco e si è giustificato affermando che i soldati coinvolti nell'attacco all'hotel, al comando del sergente Thomas Gibson, stavano rispondendo a fuoco nemico.

Dopo la morte del giornalista furono organizzate varie proteste davanti alle sedi diplomatiche degli Stati Uniti in Spagna e furono istruite azioni civili e giudiziarie intese a chiarire la colpevolezza degli attori coinvolti. Oggigiorno in Spagna si chiede ancora giustizia per la sua morte, con delle manifestazioni che si tengono l'ottavo giorno di ogni mese.

Le sentenze più importanti della causa:

Omaggi[modifica | modifica wikitesto]

Nel quartiere ferrolano di Esteiro è stata dedicata una piazza al giornalista.

In questa piazza c'è una placca con l'iscrizione: PLAZA DE LA PAZ JOSÉ COUSO (piazza della pace).

Oltretutto, la radio comunitaria coruñesa, Cuac FM, ha battezzato nel 2003 il suo nuovo studio come Studio José Couso. All'inaugurazione partecipò un membro della famiglia del giornalista.

L'11 settembre del 2015 si inaugurò in Perillo (Oleiros) un parco con il suo nome. La placca inaugurale ha la seguente scritta:[8]

Originale in galiziano:

«

In galiziano

Parque público José Couso Permuy. Reporteiro gráfico asasinado polo exército dos Estados Unidos de América»

;Traduzione Parco pubblico José Couso Permuy. Giornalista grafico ucciso per la milizia degli USA

Note[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Video in YouTube
Controllo di autoritàVIAF (EN68342401 · ISNI (EN0000 0001 0783 2043 · Europeana agent/base/49986 · LCCN (ENn2005076214 · GND (DE14310814X · WorldCat Identities (ENlccn-n2005076214